Lo Stretto di Messina, lembo di mare che separa la Sicilia dalla Calabria, distanti soltanto 3 Km, non è soltanto un luogo incantevole. È infatti legato ad antiche leggende e strani fenomeni, in un misto di scienza, superstizione e mito.
In questa fascia costiera si è sentito ripetutamente parlare del fenomeno della Fata Morgana e ogni volta il fascino del mito si riaccende, dando vita a fantasie, sogni e magie.
In giornate particolari, le due sponde della Sicilia e della Calabria sembrano così vicine da potersi quasi toccare ed è questa la magia attribuita a Morgana.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire in cosa consiste questo strano fenomeno e perché porta il nome di un noto personaggio legato alla leggenda di Re Artù.

Il fenomeno della Fata Morgana
È un fenomeno ottico, generato da particolari condizioni atmosferiche e conosciuto comunemente come una forma complessa di miraggio.
Si verifica soprattutto in giornate estive molto calde, con condizioni di cielo particolarmente terso e generalmente ha luogo verso l’alba.
È visibile nella sottile fascia immediatamente sopra l’orizzonte e si verifica quando i raggi di luce sono incurvati a causa del passaggio attraverso strati d’aria a diverse temperature. Può verificarsi sia in mare che in terra, soprattutto in zone desertiche, ma non è raro riscontrarlo in zone ghiacciate con temperature particolarmente basse.
Lo Stretto di Messina non è l’unico posto in Italia in cui questo fenomeno si verifica, seppure sia abbastanza raro e di breve durata.
Sono molte le zone nel mondo in cui periodicamente queste particolari condizioni atmosferiche danno vita a strani avvistamenti ed illusioni ottiche, mantenendo viva la leggenda.
Origine del miraggio
Perché il fenomeno abbia luogo sono necessarie due condizioni fondamentali.
La prima è che si verifichi una inversione termica, cioè che la temperatura negli strati più alti dell’aria aumenti invece di diminuire progressivamente.
La seconda è che gli strati dell’aria siano caratterizzati da un brusco gradiente termico, cioè che il passaggio di temperatura sia molto più elevato del normale.
Queste condizioni danno luogo ad un condotto atmosferico che funge da lente di rifrazione, producendo una serie di immagini sia dritte che rovesciate.

La leggenda di Artù e della Fata Morgana
Questa particolare e complessa forma di miraggio ha un legame particolare con la Sicilia, e ha origine dal mito e dalla leggenda di Re Artù e della sua sorellastra, la famigerata Morgana.
Secondo alcune versioni del mito, Morgana era una potente maga, prima apprendista, poi antagonista di Merlino, con cui era in continuo conflitto.
Era anche sorellastra di Artù, con il quale aveva un legame alquanto altalenante, in un misto di amore e odio.
Dopo una battaglia accompagnò Artù in Sicilia, sull’Etna, perché questi voleva riparare la spada Excalibur, spezzatasi durante il combattimento, utilizzando la lava dell’imponente vulcano.
Giunta nello stretto, rimase così colpita dalla bellezza del luogo e dal mare blu, che decise di stabilire qui la sua dimora. Fece quindi costruire un castello di cristallo nelle profondità dell’incantevole mare.

L’inganno della fata tra Sicilia e Calabria
Maga dell’inganno per eccellenza, non potè esimersi dall’esternare le sue doti durante il lungo soggiorno in questa terra e sono molte le storie legate ai suoi tentativi di far naufragare le navi che si cimentavano nel passaggio dello stretto.
Sono due in particolare gli episodi più conosciuti legati alla regina dell’inganno e i cui racconti restano vivi ancora oggi.
Il re arabo
Pare che un re arabo, giunto via terra sulle coste della Calabria, volesse trovare un modo per raggiungere la Sicilia, ai suoi occhi terra fertile, ricca di fascino e assolutamente da conquistare.
Gli apparve all’improvviso una donna bellissima che lo invitò a buttarsi in mare per raggiungere a nuoto la costa opposta.
Al re arabo, ingannato da Morgana che gli aveva promesso grandi ricchezze, la costa siciliana appariva molto vicina e la distanza sembrava percorribile in poche bracciate. Decise di gettarsi in mare.
Incominciò a nuotare, ma si accorse subito che si trattava purtroppo di un’illusione: non riuscì a raggiungere la costa e annegò nel mezzo dello stretto.

Ruggero il Normanno
Nel 1060 Ruggero il Normanno mise gli occhi sulla Sicilia, deciso a liberarla dalla dominazione araba e di prenderla sotto il proprio regno.
Morgana si accorse delle brame di potere di Ruggero e iniziò a tessere la sua tela, facendo apparire sulle acque un imponente vascello ed un potente esercito. Fece di tutto per mostrarsi disposta ad aiutarlo a portare a termine con successo la sua impresa.
Ruggero, uomo profondamente cattolico e molto devoto, non cadde nella rete e disse che avrebbe conquistato l’isola con l’aiuto della Vergine Maria.
L’anno dopo si presentò con una flotta e un esercito di quasi duemila uomini e riuscì a conquistare l’isola, sottraendola al giogo dell’oppressore arabo.
Quella volta la Fata Morgana non riuscì nel suo intento.