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Leggende di Napoli: la Strega di Port’Alba

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L’origine di Port’Alba

Al centro di Napoli, più precisamente in Piazza Dante, si trova Port’Alba, una delle porte di accesso al centro storico della città.

Un tempo nota come Largo Mercatello, perché luogo di mercato, Piazza Dante non era direttamente collegata ai vicoli del centro.

Per raggiungerli, i residenti dovevano accedere da Porta di Costantinopoli, il varco più vicino nelle mura angioine.

Stanchi di dover percorrere un lungo tragitto, gli abitanti della zona praticarono un buco nelle mura (o’ pertuso).

Le autorità lo richiusero, ma il buco fu riaperto. E così fu ogni volta, finché il viceré di Napoli, Don Antonio de Toledo, Duca di Port’Alba, decise di acconsentire all’apertura di una porta per facilitare il passaggio.

Un grosso varco fu aperto nelle mura nel 1624 e nel 1625 fu realizzata la porta stessa, che prese il nome del viceré. Port’Alba, appunto.

È in queste strade che si svolge la storia della Strega di Port’Alba.

maria la rossa strega di port'alba

La leggenda della Strega di Port’Alba

Maria La Rossa e il suo sposo Michele

Maria era una giovane e bella ragazza, con lunghi capelli folti, ricci e rossi. Di sicuro non passava inosservata e la gente del luogo l’aveva soprannominata Maria a’ rossa, Maria La Rossa.

Viveva in una delle strade del centro, non lontana dalla porta, nella zona nota anche come Largo delle Sciuscelle, per la presenza di moltissimi alberi di carrube. Le sciuscelle erano i frutti degli alberi di carrube, naturalmente molto dolci, in genere utilizzate come cibo per asini e cavalli. 

Maria era follemente innamorata del suo fidanzato, Michele, un conciatore di pelli che viveva non lontano da lei, ma dall’altro lato della porta, e che l’aveva chiesta in sposa. Maria aveva accettato con gioia e i due si erano sposati. 

Il sortilegio di Michele

Una sera, alcuni affermano che fosse il giorno stesso delle nozze, mentre passeggiavano per rientrare a casa, passando sotto Port’Alba, all’altezza della fontanina che una volta dava ristoro ai passanti, Michele e Maria sentirono dei tuoni.

Ad un certo punto sentirono un tuono molto più forte dei precedenti, allo stesso tempo Michele si sentì bloccare e non fu più in grado di proseguire.

Maria cercò di aiutarlo in tutti i modi, tirandolo e spingendolo. Alcuni affermano che avesse provato per giorni a farlo muovere, senza riuscire a fargli compiere neanche un passo in avanti. Pare fossero intervenuti anche dei passanti ad aiutarli. Ma non ci fu nulla da fare, Michele sembrava pietrificato, come ancorato al suolo. Alla fine rinunciò a proseguire e se ne tornò indietro.

La disperazione di Maria

Maria, avendo capito che non c’era più speranza di farlo proseguire, se ne tornò a casa e lì rimase a disperarsi per lunghi giorni.

Alla fine, smise di piangere, ma il suo cuore ormai non era più lo stesso. Della bella fanciulla dai lunghi capelli rossi non restò più nulla. Pian piano la bellezza e la giovinezza lasciarono spazio a bruttezza e vecchiaia. I capelli si imbiancarono, la pelle si raggrinzì, il corpo si asciugò e Maria divenne triste, cupa, scostante. Si dedicò alle arti magiche e iniziò a vendere elisir per sopravvivere.

A quel punto la gente non la chiamava più Maria La Rossa, ma la Strega di Port’Alba.

La condanna della Strega di Port’Alba

In quegli anni la psicosi e la paura delle streghe, gli interrogatori e i tribunali, la caccia e la tortura, erano giunti ormai al culmine.

Il nuovo, inquietante aspetto di Maria, ormai nota con l’appellativo di Strega di Port’Alba, a quel punto, non passò inosservato agli addetti all’inquisizione.

Maria fu imprigionata e condannata. Fu rinchiusa in una gabbia e appesa proprio sotto Port’Alba.

Fu lasciata per giorni senza cibo e acqua a morire lentamente di stenti. Tutti quelli che passavano nella zona non potevano non vedere la Strega di Port’Alba rinchiusa nella sua gabbia.

Alla fine morì, ma non prima di aver lanciato una maledizione ai suoi aguzzini: “La pagherete tutti!”

Il corpo ormai senza vita della Strega di Port’Alba fu lasciato lì a penzolare, forse come monito, per molti giorni.

Pian piano i passanti notarono una stranezza: il corpo della Strega di Port’Alba, invece di decomporsi, cominciò a pietrificarsi.

Gli inquisitori, spaventati dalla situazione, temendo una maledizione, lo fecero rimuovere.

L’eredità della Strega di Port’Alba

Nel tempo la vita riprese a scorrere di nuovo tranquilla nella zona e nessuno si ricordò più di Maria La Rossa, la Strega di Port’Alba, e della sua triste storia.

Le strade si riempirono di nuovo di vita, di passanti alla ricerca di libri a basso costo nelle librerie della zona. 

Ancora adesso nelle strade intorno Port’Alba è possibile acquistare libri e mangiare la famosa pizza a portafoglio, tradizione antica della cucina napoletana.

Ma c’è chi giura che lo spirito di Maria La Rossa ancora si aggiri di notte e che urli la sua disperazione. 

C’è chi giura di aver sentito la Strega di Port’Alba lanciare ancora la sua maledizione: “La pagherete tutti!”

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